mercoledì 1 ottobre 2025

Due milioni di musulmani in Italia vogliono la pace. Il terrorismo non nasce nelle moschee ma nei palazzi del potere.


In questi tempi difficili, alcuni partiti e deputati continuano a cavalcare lo spauracchio del cosiddetto “terrorismo islamico” come se fosse l’unico argomento politico a loro disposizione. Lo fanno non per reale interesse verso il bene degli italiani, ma per alimentare paure e ottenere consenso, dimenticando che la legge già esiste e che chi la trasgredisce deve essere giudicato e punito.

Il compito di prevenire e vigilare spetta alle forze dell’ordine e non alla politica che, nel tentativo di raccogliere voti, finisce per accusare un’intera religione, offendendo così lo stesso Dio in cui milioni di persone credono. Questo approccio non solo genera razzismo e divisioni, ma distoglie l’attenzione dai veri problemi del Paese: fermare le mafie, smantellare i trafficanti di esseri umani, affrontare le disuguaglianze sociali.

Chi arriva sulle nostre coste spesso lo fa solo per cercare un pezzo di pane e una vita dignitosa. I veri terroristi, quelli che destabilizzano intere nazioni, sono ben organizzati, attrezzati e finanziati da governi. Continuare a ripetere il ritornello del “terrorismo islamico” non trova riscontro nella realtà: in Italia vivono oltre due milioni di musulmani che scelgono ogni giorno la pace, l’armonia e il rispetto delle leggi, e non scontri o violenze.

Colpire l’Islam e i musulmani con accuse generiche significa alimentare odio gratuito contro persone che, come tutti, aspirano a vivere serenamente. La religione, quando è vissuta autenticamente, è una bussola che guida l’uomo verso l’aldilà e non certo uno strumento di guerra.

E non dimentichiamo gli insegnamenti di Gesù figlio di Maria, a cui il Corano dedica un intero capitolo. Nel Libro sacro, Gesù afferma: «Io sono davvero un servo di Allah. Egli mi ha dato il Libro e mi ha fatto profeta. Mi ha reso benedetto dovunque io sia e mi ha raccomandato la preghiera e la carità finché avrò vita» (Sura Maryam, 19:30-31).

Questa testimonianza ci ricorda che tra musulmani e cristiani esiste un legame profondo e autentico, fondato sulla comune fede in Dio, sulla dignità di Maria e sul messaggio di pace di Gesù. È su questo terreno di valori condivisi che dobbiamo incontrarci, rispettarci e costruire insieme il futuro.

E allora la domanda è semplice e rimbomba come un monito: perché continuare a dividere, quando l’unica vera sicurezza nasce dal costruire insieme una società giusta, solidale e unita?

Alfredo Maiolese
Presidente
European Muslims League – Lega dei Musulmani Europei