domenica 5 ottobre 2025

Il coraggio di stare dalla parte giusta

Italian, English, Arabic 


Una riflessione sul valore della legge, della giustizia e della coscienza.

Le regole sono ancora seguite?
Qualche giorno fa, mentre mi trovavo in aeroporto, ho incontrato un amico di vecchia data. Era accompagnato da una collega e mi ha presentato con parole che mi hanno colpito: “Lui è una persona che si occupa da tempo di diritti umani, dialogo interreligioso e diplomazia. Conosce molto bene cosa sta accadendo ed è bene ascoltarlo perché non è di parte, ma dice sempre la verità”.
Mi ha fatto piacere, anche se ero sorpreso. Ma mi ha sorpreso ancor di più quando, parlando della guerra a Gaza, mi ha chiesto senza esitazione: “Alfredo… tu da che parte stai?”.

Ho risposto con la stessa prontezza: dalla parte del diritto, della giustizia e sicuramente dalla parte dell’umanità.

La sua domanda ha continuato a risuonarmi dentro mentre tornavo a casa. Da che parte stai?

Se la analizziamo con gli strumenti della sociologia, della psicologia o della scienza dell’educazione, scopriamo che molte persone, pur riconoscendo le gravi violazioni in corso, tendono a rifugiarsi nella propria sfera politica di appartenenza. È nata una spaccatura: il governo segue una linea, l’opposizione un’altra, e in mezzo la gente comune che spesso accetta ciò che accade senza interrogarsi a fondo.

In questo scritto non intendo difendere né rappresentare una parte politica del nostro Parlamento. Mi ergerei piuttosto, come sempre ho fatto, a paladino della legge. Quando ero arbitro di calcio applicavo il regolamento con imparzialità, e la mia vita è sempre stata improntata al rispetto delle regole: quelle dello Stato, del codice della strada, dello sport, e soprattutto quelle contenute nella Carta Universale dei Diritti Umani.

Esistono tante leggi: il diritto internazionale, il diritto umanitario, la Convenzione sui diritti del fanciullo, la Convenzione di Ginevra, lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale. Tutte richiamano a un principio cardine: la tutela della vita e della dignità umana.

Mi hanno insegnato che la democrazia si è costruita con sacrifici, sforzi, lotte e persino guerre. Ma mai avrei pensato che la frase incisa nei tribunali italiani – “La legge è uguale per tutti” – oggi, se applicata agli Stati, potesse avere due pesi e due misure.

La verità è che i Paesi più forti e più ricchi dettano la legge, e il diritto internazionale non viene più applicato con equità.

E allora la domanda ritorna: da che parte stai?
Io non ho dubbi. Sto dalla parte della legge, della giustizia e dell’umanità.

La legge non è un privilegio da esercitare a discrezione, ma un principio universale che deve proteggere chiunque, ovunque. Perché se la legge è davvero uguale per tutti, allora non possono esserci popoli dimenticati né vite che valgono meno di altre.

Dr. Alfredo Maiolese
Presidente – European Muslims League

English
The Courage to Stand on the Right Side

A reflection on the value of law, justice, and conscience

Are the rules still being followed?
A few days ago, while I was at the airport, I met an old friend. He was accompanied by a colleague and introduced me with words that struck me: “He is a man who has long worked for human rights, interreligious dialogue, and diplomacy. He knows very well what is happening, and it is worth listening to him because he is not biased — he always speaks the truth.”
I appreciated his words, even if I was surprised. But I was even more surprised when, speaking about the war in Gaza, he asked me directly: “Alfredo... whose side are you on?”

Without hesitation, I replied: on the side of law, justice, and certainly on the side of humanity.

His question kept echoing in my mind as I drove home. Whose side are you on?

If we analyze this question through sociology, psychology, or the science of education, we discover that many people, while recognizing the gravity of the violations taking place, tend to retreat into their own political comfort zones. A deep division has emerged: governments follow one line, oppositions another, and in between lies ordinary people — who often accept what happens without questioning it deeply.

In this reflection, I do not wish to defend or represent any political party. I rather stand, as I always have, as a defender of law. When I was a football referee, I applied the rules with impartiality, and my life has always been guided by respect for laws — those of the State, the road code, sports regulations, and above all, the Universal Declaration of Human Rights.

There are many laws: international law, humanitarian law, the Convention on the Rights of the Child, the Geneva Conventions, and the Rome Statute of the International Criminal Court. All of them are founded on one essential principle — the protection of life and human dignity.

I was taught that democracy was built through sacrifices, struggles, and even wars. Yet I never imagined that the phrase engraved in Italian courtrooms — “The law is equal for everyone” — would, when applied to nations, reveal two weights and two measures.

The truth is that the richest and most powerful countries now dictate the law, and international law is no longer applied with fairness.

And so the question returns: whose side are you on?
As for me, I have no doubt. I stand on the side of law, on the side of justice, and on the side of humanity.

Law is not a privilege to be exercised at will, but a universal principle meant to protect everyone, everywhere. Because if the law is truly equal for all, then there can be no forgotten peoples and no lives that are worth less than others.

Dr. Alfredo Maiolese
President – European Muslims League

Arabic 
شجاعة الوقوف في الجانب الصحيح

تأمل في قيمة القانون والعدالة والضمير

هل ما زالت القواعد تُتَّبع؟
قبل أيام قليلة، وبينما كنت في المطار، التقيتُ صديقاً قديماً. كان برفقة زميلة له وقد قدّمني إليها بكلمات أثّرت فيّ قائلاً:
«إنه رجل يعمل منذ سنوات في مجال حقوق الإنسان والحوار بين الأديان والدبلوماسية، وهو يعرف جيداً ما يحدث، ومن المفيد الإصغاء إليه لأنه ليس منحازاً، بل يقول دائماً الحقيقة».

سُررتُ بكلماته رغم دهشتي، لكن ما فاجأني أكثر أنه، أثناء حديثنا عن الحرب في غزة، سألني مباشرة:
«ألفريدو... في أي جانب تقف؟»

فأجبته دون تردد: أقف إلى جانب القانون، والعدالة، وبالتأكيد إلى جانب الإنسانية.

وظلّ سؤاله يتردد في ذهني وأنا في طريقي إلى المنزل: في أي جانب تقف؟

وإذا نظرنا إلى هذا السؤال من زاوية علم الاجتماع أو علم النفس أو علوم التربية، نكتشف أن كثيراً من الناس، رغم إدراكهم خطورة الانتهاكات الجارية، يميلون إلى الاحتماء داخل دوائرهم السياسية الخاصة. لقد نشأ انقسام عميق: الحكومات تسير في اتجاه، والمعارضات في اتجاه آخر، وفي الوسط يقف الناس العاديون الذين يقبلون ما يحدث دون أن يتساءلوا بعمق.

وفي هذه المقالة، لا أرغب في الدفاع عن أي طرف سياسي، بل أقف كما كنت دائماً مدافعاً عن القانون. فعندما كنت حكماً في كرة القدم، كنت أطبّق القواعد بعدالة، وحياتي كلها كانت قائمة على احترام القوانين: قوانين الدولة، وقواعد السير، وقوانين الرياضة، وقبل كل شيء، الإعلان العالمي لحقوق الإنسان.

هناك العديد من القوانين: القانون الدولي، القانون الإنساني، اتفاقية حقوق الطفل، اتفاقيات جنيف، ونظام روما الأساسي للمحكمة الجنائية الدولية. وجميعها تقوم على مبدأ واحد أساسي: حماية الحياة وكرامة الإنسان.

لقد تعلمت أن الديمقراطية بُنيت بالتضحيات والنضال وحتى بالحروب، لكنني لم أتخيل يوماً أن العبارة المنقوشة في المحاكم الإيطالية – «القانون متساوٍ للجميع» – يمكن أن تُطبّق على الدول بمعيارين مختلفين.

والحقيقة أن الدول الأقوى والأغنى هي التي تُملي القانون اليوم، وأصبح القانون الدولي يُطبّق بغير عدل أو توازن.

ومن جديد يعود السؤال: في أي جانب تقف؟
أما أنا فلا شك عندي: أقف إلى جانب القانون، وإلى جانب العدالة، وإلى جانب الإنسانية.

فالقانون ليس امتيازاً يُمارَس حسب الرغبة، بل هو مبدأ عالمي يجب أن يحمي كل إنسان، في كل مكان. لأن القانون إذا كان حقاً متساوياً للجميع، فلا يمكن أن تكون هناك شعوب منسيّة أو أرواح تُعتبَر أقل قيمة من غيرها.

الدكتور ألفريدو مايوليزه
رئيس – رابطة المسلمين الأوروبيين





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