venerdì 29 agosto 2025

C'è un solo Dio?


In Italia, e in alcune parti d’Europa, si osserva con frequenza un fenomeno singolare: forze politiche, prive di idee e prospettive reali, cercano consenso attaccando i migranti. A volte le critiche trovano fondamento nelle malefatte di singoli individui; eppure, troppo spesso, si finisce per fare di tutta l’erba un fascio. Così, chi si è integrato solo nei vizi – gioco d’azzardo, prostituzione, alcool – viene equiparato al credente praticante, che invece ama la famiglia, lavora onestamente, contribuisce alla società e, spesso, la arricchisce con nuclei familiari numerosi e coesi.

Ma la vera domanda è un’altra: chi oggi si presenta come “buon cristiano” in politica, segue davvero i precetti del Vangelo? È sposato o convive? Prega con costanza? Rispetta il prossimo, il viandante, il povero, il bisognoso? La politica, creata dall’uomo e non da Dio, troppo spesso divide anziché unire; restringe gli orizzonti invece di allargarli; si concentra sugli interessi di parte piuttosto che sulla giustizia universale. Il vero cristiano, come il vero credente di ogni fede, è colui che si prende cura degli altri senza chiedere documenti, come avviene nelle mense della Caritas, dove l’unico requisito è il bisogno.

Il credente sa che l’essere umano non ha soltanto necessità materiali, ma anche spirituali. Eppure, invece di incentivare i luoghi di culto, si tende a demonizzarli e a stigmatizzarne la presenza. Spesso vengono persino ostacolati con pretesti ridicoli. Recentemente, in merito all’apertura di un centro islamico, un consigliere regionale e uno municipale mi hanno chiesto se fosse previsto un frigorifero per conservare i morti. Ho sorriso ricordando che la normativa italiana (D.P.R. 285/1990, regolamento di polizia mortuaria) disciplina chiaramente questi aspetti, escludendo simili possibilità nei luoghi di culto. Ho quindi invitato sia i rappresentanti sia i cittadini non musulmani a visitare la struttura. La popolazione del quartiere non si è mai presentata, perché ben sapeva che si trattava di un’invenzione alimentata ad arte.

La vera questione resta allora: se crediamo che vi sia un solo Dio, e riconosciamo i profeti che Egli ha inviato nei secoli a popoli diversi, perché non credere anche nell’ultimo Messaggero e nel compimento della Rivelazione?

Chi attacca, denuncia o diffama – a volte in mala fede, altri per semplice ignoranza – non comprende che sta opponendosi non a una comunità, ma a un messaggio universale che richiama all’unità dell’uomo con Dio e soprattutto si rende artefice di contrastare lo stesso Dio.

C’è un solo Dio?
La risposta non può che essere: sì.

E allora, credenti e non credenti, vogliamo davvero combattere lo stesso Dio e la Sua ultima religione?


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